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Scopriamo insieme il Tarassaco per rinnovarsi e depurarsi in modo naturale

Oggi parliamo di una pianta officinale molto conosciuta più per il suo risvolto ludico che per le sue proprietà!

Proprio una questi giorni i nostri prati vestiti con i colori della primavera sono piene dei cosiddetti soffioni che tutti almeno una volta abbiamo raccolto e fatto soffiare via liberi nell’aria *|*|*|*.

Questo è infatti proprio un periodo in cui troviamo abbondante fioritura del Tarassaco che è una delle piante officinali molto diffusa sul territorio nazionale ma non molto conosciuta nell’antichità per le sue proprietà. Tracce della sua descrizione come diuretico risalgono alXV secolo, mentre nel secolo successivo viene suggerito come vulnerario, cioè con proprietà di cicatrizzante di piaghe e ferite.

Sebbene nei secoli successivi non sia mai stato considerato di grande utilità, nel XX secolo assurge alla ribalta della medicina tanto che si conia il termine di “tarassacoterapia”, ancora oggi lo si utilizza sia appena colto in insalate, crude o cotte, sia in minestre e in preparati erboristici, la sua azione depurante e disintossicante é quella più ricercata.
Andiamo  a vedere nel dettaglio le caratteristiche di questa prima pianta officinale:

Tarassaco [Taraxacum officinale Wiggers; Famiglia Asteraceae]
Sinonimi: Leontodon taraxacum L.; Taraxacum dens-leonis Desf.; Taraxacum retroflexum Lindb.

Nomi comuni: Dente di leone, Soffione, Piscialetto, Cicoria matta

Inglese=Dandelion; Tedesco=Pissenlit, Löwenzahn

Il suo habitat

Il tarassaco è diffuso in tutta Italia dalle zone pianeggianti fino alla quota di 2000 metri. É quindi una pianta caratteristica delle zone climatiche temperate e in alcuni casi la si può considerare una pianta infestante per la sua facilità nel diffondersi. Per la sua crescita non necessita di terreni particolari, è sufficiente che siano soleggiati. Si trova nei prati, negli incolti, lungo i sentieri e ai bordi delle strade dei canali d’irrigazione.

Come riconoscerlo

É una pianta erbacea di altezza compresa tra 3 e 9 cm, sebbene in alcuni casi possa anche raggiungere altezze superiori ai 40 cm, munita di una radice a fittone da cui partono le foglie che formano a livello del suolo una rosetta. La foglia oblunga, lanceolata o lobata, presenta un margine dentato (da qui il nome di dente di leone). Il fusto è uno scapo cavo che porta all’apice una infiorescenza giallo-dorata detta Capolino. Il Capolino, come tutti quelli della famiglia delle asteraceae, è costituito da un insieme di fiori che all’esterno assumono una forma che li porta ad essere scambiati per petali. La fioritura avviene nel periodo compreso tra marzo e novembre. Da ogni fiore si sviluppa un frutto secco (achenio) munito di pappo (pelo bianco che funge da paracadute). L’insieme dei pappi crea quella caratteristica palla che volgarmente si chiama “soffione”.

Cosa si utilizza

Del tarassaco si utilizzano le foglie, i fiori e le radici sia in insalate sia per produrre tisane o estratti.

L’uso dei fiori è soprattutto limitato alla cucina: può essere aggiunto in insalate miste o, quando è ancora in bocciolo, fritto.

Le foglie, dal sapore amarognolo, sono utilizzate in insalate crude e cotte, in minestre, ma rivestono un notevole interesse per la preparazione di tisane ed estratti a funzione depurativa.

La radice è utilizzata quasi esclusivamente in erboristeria per tisane, decotti ed estratti.

Quali principi attivi contiene

Nella pianta di tarassaco è possibile isolare una serie di principi biologicamente attivi che agiscono principalmente sull’apparato digerente.

C’è una differenza nella distribuzione dei principi attivi tra foglie e radici, dove gli elementi antiossidanti e depurativi si concentrano maggiormente nelle foglie mentre quelli ad azione coleretica, colagoga e regolatrice intestinale si ritrovano principalmente nelle radici.

In sostanza, i composti che compogono il fitocomplesso sono: cellulosa, acido taraxinico e derivati, triterpeni, steroidi, flavonoidi (glicosidi dell’apigenina e della luteolina), vitamina B1, vitamina B2, vitamina C, vitamina E, provitamina A, aminoacidi (asparagina, arginina), inulina, potassio, taraxacolide, acido linolenico, acido palmitico, acido caffeico, acidooleico,

Utilizzo salutistico

Considerando la sua azione sull’apparato digerente e sull’apparato emuntorio, il tarassaco è utilizzato comedepurante, drenante, digestivo, colecistocinetico, coleretico. Ha una spiccata capacità di facilitare ed incrementare la produzione e la secrezione di bile.

Può essere utilizzato in tisane depuranti e anti-cellulite.

Si consiglia, in funzione del tipo di preparato utilizzato (tisana, tintura madre), di non superare le 3 settimane continuative e di ripetere il ciclo 2-3 volte l’anno; comunque sempre dopo aver discusso con il proprio medico curante la modalità e la tempistica di assunzione.

 

Utilizzo in cucina

Con le foglie fresche e tenere è possibile fare un’insalata rinfrescante, soprattutto all’inizio della primavera quando l’organismo ha bisogno di rinnovare i fluidie depurarsi delle scorie accumulate nel periodo invernale.

Foglie di tarassaco possono essere aggiunte in insalate miste ad integrare sali ed elementi antiossidanti in generale.

Le foglie si possono utilizzare anche per fare insalate cotte o in unmix per minestre.

Le radici cotte possono fungere da integratori che facilitano la funzionalità di un intestino pigro.3

I capolini in bocciolo si possono friggere, mentre i capolini fioriti si possono aggiungere per insaporire le insalate crude e cotte.

Avvertenze

Sebbene la pianta presenti una bassa tossicità, è necessario seguire alcuni accorgimenti. Le persone sofferenti alle vie biliari (presenza di calcoli, frequenti coliche biliari, anaomalie dei dotti biliari, ecc..) o di frequenti gastriti dovrebbero evitare l’uso di tisane o estratti di tarassaco in quanto stimola la motilità biliare e la secrezione gastrica. Da queste osservazioni consegue che l’assunzione di tisane e estratti potenziano l’effetto degli antiinfiammatori non-steroidei (FANS) con conseguente aumento della loro lesività gastrica.

Ci sono anche indicazioni di un potenziamento sull’attività antiaggregante dei farmaci antiaggreganti; pertanto è vivamente sconsigliato in quei soggetti che sono in terapia antiaggregante. É sconsigliato l’uso nelle donne in gravidanza e allattamento.

 

Photo Credit: 1 Francesco Venturini – 2 Wikipedia – 3 Profumo di Zenzero e Cannella