Con questo sole caldo che riscalda l’azienda biodinamica La Cerreta è un piacere raccogliere le erbe officinali per preparare leTisane delle Terme di Sassetta! Questa settimana andiamo a conoscere la Piantaggine che con le sue proprietà depurative, diuretiche e disinfettanti è davvero un’ottima alleata!
Piantaggine [Plantago lanceolata L.; Famiglia Plantaginaceae]
Nomi comuni: Piantaggine femmina, Lingua di cane, Piantaggine femmina o Lingua d’oca, Petacciola, Erba di S. Antonio
Inglese: Small Plantain, Plantain, Narrow leaf plantain; Tedesco: Wegerich; Francese: Plantain lancéolé
Sebbene la piantaggine lanceolata sia la più conosciuta e la più comune nei nostri terreni, alla famiglia appartengono altre due specie: la piantaggine maggiore (Plantago major L.) e la piantaggine media (Plantago media L.).
Le tre specie di piantaggine presentano le stesse proprietà che sono conosciute fin dall’antichità sia come uso interno sia come uso esterno.
La piantaggine è considerata una pianta erbacea infestante e in Italia la si ritrova sia nei terreni aridi che in quelli coltivati, lungo i viottoli e nei prati aridi dal livello del mare fino ad una quota di 2000 metri.
É una pianta erbacea perenne di altezza compresa tra 10 e 60 cm in funzione della specie considerata e con radice rizomatosa.
Le foglie nervate crescono a livello del terreno dando origine a una forma di rosetta dal cui centro partono gli steli florali. In funzione della specie le foglie hanno una diversa forma: nella piantaggine lanceolata le foglie, come dice il nome stesso, hanno forma lanceolata, sono munite di picciolo, si protendono in modo evidente verso l’alto e sono gracili e tenere; nella piantaggine maggiore si trovano foglie picciolate, più consistenti e di forma ovale-ellittica; le foglie della piantaggine media sono munite di un picciolo corto e pelosetto, hanno forma ovale e sono caratterizzate da un massimo di 9 nervature ben evidenti.
L’infiorescenza è costituita da una spiga florale supportata da un lungo stelo. Nella piantaggine maggiore e lanceolata la spiga terminale è lunga 2-3 centimetri, mentre nella piantaggine media la spiga raggiunge anche i 6 centimetri.
I frutti sono capsule ovoidi contenenti un numero variabile di semi.
Si utilizzano soprattutto le foglie e i semi per preparare estratti alcolici, decotti e tisane.
I semi sono utilizzati soprattutto come facilitanti la funzione intestinale avendo un contenuto di mucillagini significativo (30%).
I principali composti che sono stati isolati sono: glicosidi iridoidi (aucubina, catalpolo), flavonoidi (apigenina, luteolina), acidi (oleanolico, clorogenico, citrico, silicico, succinico, benzoico, ossalico), tannini, mucillagini, pectine, vitamina A, vitamina C, vitamina K, sali, carotene.
I glicosidi iridoidi conferiscono alla pianta una proprietà antiinfiammatoria, antiallergica e antimicrobica.
Il contenuto di vitamina K conferisce alla pianta proprietà pro-caogulanti.
Considerando la tipologia dei suoi principi attivi, la piantaggine si presta ad essere usata in diverse forme infiammatorie che colpiscono la cavità orale, la gola e le prime vie aeree. Infatti, è usata da sola o in associazione con la malva per trattare con sciacquigengiviti, paradontosi e faringiti, mentre il decotto di semi è utilizzato nel caso d’infiammazioni intestinali estitichezza.
Un infuso di foglie può essere usato come disinfettante oculare (congiuntiviti e infiammazioni palpebrali; anche in associazione con camomilla), come depurativo e diuretico, come espettorante (nel testo del Valnet è riportato l’uso in sciroppi contro la tosse).
Per il contenuto di tannini le foglie in decotto possono usarsi come blando antidiarroico.
In cosmesi, la tisana può essere usata nella depurazione di pelli grasse, nel caso di acne, in varie forme di dermatosi, nella detersione di ustioni, abrasioni e piccole ferite; il decotto, estraendo le mucillagini e le pectine può essere usato in maschere idratanti eantiinfiammatorie.
Il succo fresco, ottenuto triturando e spremendo le foglie, può essere usato come coagulante nel caso di ferite o abrasioni e nel trattamento delle punture d’insetti.
L’infuso o il decotto di foglie può essere preparato mettendo 5-10 grammi di foglie in 100-200 mL d’acqua (vedi come preparare infusi e decotti).
Il decotto di semi si prepara mettendo un cucchiaio da minestra di semi in 500 ml d’acqua e facendo bollire per 30 minuti.
Le foglie fresche e tenere possono essere aggiunte in insalate crude o cotte, aggiunte ad altre erbe per ripieni o entrare nei preparati per zuppe.
Tuttavia è consigliabile non eccedere nel consumo dell’erba fresca o cotta a causa delle sue azioni a livello della coagulazione.
Sebbene la pianta non presenti tossicità, è necessario seguire alcuni accorgimenti.
L’uso interno, cioè l’assunzione di infusi o decotti, è sconsigliato alle persone che soffrono di problemi cardiocircolatori e che assumo anticoagulanti; tuttavia se si rendesse necessaria l’assunzione, è bene discuterne con il proprio medico.
Data la presenza di acido ossalico è bene per chi soffre di renella o di calcoli renali evitare l’assunzione sia della pianta fresca che dei sui derivati.
É sconsigliato l’uso nelle donne in gravidanza e allattamento.
Sebbene i dati della letteratura non siano esaudenti, sembra che la piantaggine sia in grado di stimolare la produzione di interferone.
L’uso consigliato giornaliero è di non superare i 30-40 grammi.
C’è una vecchia ricetta popolare che suggerisce l’uso di un decotto a base di piantaggine e pungitopo per sciogliere piccoli calcoli presenti nelle vie urinarie.
Un’altra pianta officinale molto diffusa e dalle tante caratteristiche che può essere raccolta e usata per il nostro benessere e incucina! La Natura ci circonda di attenzioni e ci dà ogni giorno modo di conoscere le sue preziose risorse!