Tutti conosciamo l’ortica soprattutto per il suo potere urticante! Ma l’ortica è una pianta dalle tantissime proprietà benefiche e con interessanti risvolti culinari…e per la raccolta basta saperla prendere per il verso giusto! Infatti l’effetto dei peli urticanti può essere scongiurato avendo cura diraccoglierla a mani nude stringendo lo stelo dall’alto verso il basso…o con un paio di guanti.
ORTICA [Urtica dioica L.; Famiglia Urticaceae] Nomi comuni: Ortica maschio, Urticone, Ortica garganella
Inglese=Nettle, Stinging nettle; Tedesco=Örtlich,Brennessel, Nessel ; Francese=Ortie
L’ortica è una pianta erbacea perenne molto diffusa e nota per essere ricoperta da una infinità di peli urticanti che, una volta sfiorati, iniettano una miscela di sostanze chimiche, tra cui l’istamina – sostanza nota alle persone allergiche -, che causano bruciore intenso e prurito.
L’ortica era già conosciuta al tempo dei Greci per le sue proprietà diuretiche, antidiarroiche,cardiotoniche e antianemiche. Nel Medioevo veniva invece utilizzata per curare gotta e reumatismi sfruttando l’azione “del veleno” dei suoi peli urticanti.
Oltre all’Urtica dioica è possibile trovare con elevata frequenza un’altra specie, l’Urtica urens la quale, a differenza della dioica risulta essere più “aggressiva”. Infatti, tutta la pianta è ricoperta da un numero maggiore di peli urticanti.
Nell’antichità la pianta era lavorata per ottenere delle fibre, al pari della canapa e del lino, per ottenere la ramia. Questa poteva essere utilizzata nel confezionare, con altre fibre, tessuti per vari usi. Il suo utilizzo era prevalente nelle aree asiatiche (Cina, Corea, Filippine); in Europa era poco utilizzata dati gli alti costi di lavorazione.
Il nome “ortica” deriva dal nome latino “urtica” che, a sua volta, deriva dal latino “uro” che significa brucio; dioica è il termine botanico che significa che i fiori maschili e femminili sono su piante diverse (avremo piante femminili e piante maschili).
L’ortica come già detto è una pianta erbacea diffusa in Europa, in Asia, Nord Africa e nelle Americhe. In Italia si trova nei terreni vicini alle abitazioni, lungo i sentieri nelle zone in ombra e umide, nei boschi fino ad una quota di 2400 metri.
E’ una pianta perenne di altezza compresa tra 50 e 200 cm in funzione dell’area un cui si sviluppa. Il fusto è eretto e semplice (cioè non ha ramificazioni). Possiede un rizoma cavo, molto ramificato e sotterraneo.
Le foglie picciolate e munite di stipole hanno forma ovale, lanceolata con margine seghettato e acuminato. Sono munite di un corto picciolo che le collega al fusto e sono opposte fra loro (cioè alla stessa altezza del fusto si dipartono due foglie, una a sinistra e una a destra).
Foglie e fusto sono ricoperti da tricomi (cioè i peli) che se sfiorati si rompono e rilasciano il liquido urticante.
I fiori, piccolissimi, sono di colore verde e compaiono sulla pianta nel periodo compreso tra la tarda primavera e la tarda estate-inizio autunno. Sono riuniti in grappoli ramificati che nelle piante femminili sono pendenti, mentre in quelle maschili sono eretti. I fiori maschili conterranno solo gli stami(4) mentre i fiori femminili conterranno un solo ovario.
Il frutto è costituito da un achenio contenente un solo seme.
Si utilizza tutta la pianta: le foglie, il fusto, rizoma e radici. Le foglie, oltre ad usi erboristici, sono utilizzate in cucina. Radici e foglie erano utilizzate in passato per tingere i tessuti; le radici per una colorazione gialla, le foglie per una verde.
L’ortica è ricca di vari elementi utili alle funzioni metaboliche e fisiologiche. Li possiamo suddividere in varie classi.
Il contenuto di aminoacidi è significativo per qualità; infatti si ritrovano aminoacidi essenziali quali leucina, isoleucina, lisina, metionina, fenilalanina, triptofano, treonina, valina.
Anche la quantità di proteine è importante; infatti essa può dare un valido supporto proteico al pari della soia .
Inoltre si ritrovano acidi grassi, nitrati, mucillagine, tannino, flavonoidi (glicosidi della quercitina, del kempferolo e dell’isoaramnetina), cumarina, fitosteroli (β-sistosterolo e glicosidi del β-sistosterolo), polisaccaridi, nicotina (nelle foglie).
Nei peli urticanti troviamo aceticolina, istamina e acido formico.
Considerando la tipologia dei suoi principi attivi, l’ortica è in grado di fornire una serie di elementi nutritivi e fattori favorenti leattività metaboliche.
La sua azione si esplica su diversi apparati favorendo alcuni processi fisiologici.
La presenza di vitamina K ne permette l’uso come emostatico, i componenti organici più complessi esercitano sia attivitàantiinfiammatoria, legata soprattutto ad un’azione sulle articolazioni e muscoli, sia attività diuretica, favorendo la depurazione e l’eliminazione dei liquidi in eccesso.
L’azione dell’ortica si esplica anche a livello cutaneo, come astringente e detergente, e del cuoio capelluto come antiforfora e contra la caduta dei capelli.
La radice ha dimostrato, in alcuni studi, un’attività nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna.
Nella fitoterapia tedesca l’ortica è usata soprattutto come antiinfiammatorio del basso tratto urinario (vescica, uretra), nel caso di renella (sabbia nelle urine), nei disturbi reumatici.
Tuttavia, se si considerano i contenuti di vitamine e sali minerali, l’uso della pianta è indicato anche nella prevenzione dell’anemia e come integratore alimentare.
Ci sono anche dati che indicano come un consumo di ortica agisca da modulatore della glicemia.
Le foglie fresche e tenere si possono utilizzare in minestre, zuppe, risotti, come ripieni, nella preparazione di paste egnocchi.
Naturalmente la tradizione locale può esprimere ricette particolari che, spesso, sono influenzate dalla possibilità di creare un mix di sapori con altre erbe e aromi.
La pianta presenta una bassa tossicità. E’ sconsigliato l’uso nelle donne in gravidanza, perché gli estratti della pianta stimolano la muscolatura liscia e quindi anche quella uterina, e in allattamento.
Nei soggetti che presentano insufficienza renale e/o cardiaca con presenza di edemi agli arti inferiori, è sconsigliato l’uso di estratti e derivati d’ortica. Sebbene non ci sia una letteratura consolidata, considerando quanto detto in precedenza sui composti chimici contenuti, i soggetti che utilizzano anticoagulanti e ipoglicemizzanti dovrebbero evitare l’uso dell’ortica e dei suoi derivati. Evitare l’uso nei soggetti che presentano ipersensibilità.
Insomma una pianta per la quale vale la pena sopportare qualche bucotto viste le tante proprietà benefiche e le molteplici applicazioni!